di Valerio Mieli – 1h39” – 2009
cast Isabella Ragonese, Michele Riondino
S: Scusa, volevo solo farmi notare da te.
C: Ti avevo già notato, c'eri solo tu!
Un giorno di pioggia Silvestro e la sua pianta di cachi incontrano Camilla per caso. Lei è schiva e seriosa, lui ironico e sfacciato.
Siamo a Venezia, è il 1999.
Entrambi sono appena arrivati in laguna per frequentare l’università.
Seguendo istintivamente Camilla, Silvestro perde l’ultimo vaporetto, e le chiede ospitalità per la notte. Non fate i maliziosi, non succede nulla. Siamo a Venezia, mica a Milano.
La mattina dopo, lui riparte, in cerca di una sistemazione.
E per i dieci anni successivi, Camilla e Silvestro incroceranno le loro vite, sempre mentre stanno inseguendo qualcos’altro. Non sappiamo cosa accade nelle restanti tre stagioni dell’anno: li incontriamo solo in inverno e li vediamo di volta in volta coprirsi bene, indossando i panni degli amici, dei nemici, dei conoscenti, degli sconosciuti, degli innamorati, degli amanti, di quelli lontani,di quelli vicini, dei coinquilini, dei confidenti.
Odio Venezia. Odio l’inverno.
Figuriamoci Venezia d’Inverno. Apoteosi dell’ avversione: Venezia, d’inverno, e un film definito di genere “sentimentale”.
Il rischio è quello di uscire dal cinema con la stessa faccia che si fa quando si scarta un souvenir, e si scopre che è una gondola in miniatura che cambia colore in base al tasso di umidità.
Non temete, Valerio Mieli ha buon gusto. Non si lascia inzuppare dall’acqua alta della banalità.
Ci incarta scene impermeabili e suggestive. Vorrei descrivervi la mia preferita, ma bisogna vederla per capire. Per riconoscerla, vi dò qualche indizio: c’è una piazza, due panchine, e un monaco che trasporta un piccolo pino.
E' vero, è la scena più bella del film.
RispondiEliminaTorno a Milano il prossimo Dicembre, e se nevica, ti concederò la rivincita a palle di neve.
Ma il giorno dopo non vale inventarsi malattie per non metter piede fuori dal piumone.
C.