di Apichatpong Weerasethakul - 1h54" - 2010
Palma d'oro 63° Festival di Cannes
cast Thanap Saisaymar, Jenjira Pongpas, Sakda Kaewbuadee
Esiste un'associazione speciale tra il cinema e la reincarnazione. Il cinema è il modo in cui l'uomo può creare i suoi universi alternativi, le sue altre vite. (Apichatpong Weerasethakul)
Thailandia. Una casa nelle campagne. Forse il luogo non è il più adatto se avete problemi ai reni, e vi serve una dialisi quotidiana. Ma se siete alla ricerca delle vostre vite passate, le state cercando nel posto giusto.
Unclee Boonmee sta morendo a causa di una grave insufficienza renale. Lo assistono la sorella, il nipote ed un infermiere.
A cena si mangiano vermetti fritti. Menù così allettante da attirare due inattesi commensali: il fantasma della moglie morta di Boonmee, e il figlio, scomparso anni prima nelle foreste e ora diventano una scimmia fantasma dagli intensi occhi rossi.
Gli ultimi giorni di Boonmee si alternano ad oniriche visioni: un bufalo che si aggira in un bosco, una principessa sedotta da un sornione pesce gatto, foto di soldati a caccia di comunisti, un monaco buddista a cui non serve meditare per scegliere tra la TV e un giretto in centro, perchè uscendo dal proprio corpo, può fare entrambe le cose contemporaneamente.
La notte prima di morire, Boonmee, accompagnato dalla moglie fantasma, dalla sorella e dal nipote si mette in cammino. Attraversa una foresta, e si cala in una suggestiva grotta sotterranea. "Metafora della discesa nell'Ade" mi sono detta. Ma è lo stesso Boonmee a dire "io sono nato qui, non so quando, ma so che in una vita passata, sono venuto al mondo in questo luogo". Non era l'inferno, era un utero, Cristo. "Quanto sono catto-occidentale" ho pensato.
Ecco il punto è questo. Per apprezzare il film, niente occhiali 3D. La dimensione è una, un'unico continuum fatto di realtà, visioni, sogni, leggende.
E lo stesso regista ci avverte: "Dopo aver visto il film, voi potreste dire che Boonmee era prima un bufalo o una principessa. Ma per me potrebbe essere qualsiasi essere vivente sullo schermo, persino un moscerino."
Thailandia. Una casa nelle campagne. Forse il luogo non è il più adatto se avete problemi ai reni, e vi serve una dialisi quotidiana. Ma se siete alla ricerca delle vostre vite passate, le state cercando nel posto giusto.
Unclee Boonmee sta morendo a causa di una grave insufficienza renale. Lo assistono la sorella, il nipote ed un infermiere.
A cena si mangiano vermetti fritti. Menù così allettante da attirare due inattesi commensali: il fantasma della moglie morta di Boonmee, e il figlio, scomparso anni prima nelle foreste e ora diventano una scimmia fantasma dagli intensi occhi rossi.
Gli ultimi giorni di Boonmee si alternano ad oniriche visioni: un bufalo che si aggira in un bosco, una principessa sedotta da un sornione pesce gatto, foto di soldati a caccia di comunisti, un monaco buddista a cui non serve meditare per scegliere tra la TV e un giretto in centro, perchè uscendo dal proprio corpo, può fare entrambe le cose contemporaneamente.
La notte prima di morire, Boonmee, accompagnato dalla moglie fantasma, dalla sorella e dal nipote si mette in cammino. Attraversa una foresta, e si cala in una suggestiva grotta sotterranea. "Metafora della discesa nell'Ade" mi sono detta. Ma è lo stesso Boonmee a dire "io sono nato qui, non so quando, ma so che in una vita passata, sono venuto al mondo in questo luogo". Non era l'inferno, era un utero, Cristo. "Quanto sono catto-occidentale" ho pensato.
Ecco il punto è questo. Per apprezzare il film, niente occhiali 3D. La dimensione è una, un'unico continuum fatto di realtà, visioni, sogni, leggende.
E lo stesso regista ci avverte: "Dopo aver visto il film, voi potreste dire che Boonmee era prima un bufalo o una principessa. Ma per me potrebbe essere qualsiasi essere vivente sullo schermo, persino un moscerino."
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